LOT 102 Pietro Sorri (San Gusmè 1556 - Siena 1622)
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Pietro Sorri (San Gusmé 1556 - Siena 1622)
"Pietro recide l’orecchio di Malco"
"Gesù davanti a Caifa"
Due oli su tavola
"Peter cuts off Malco's ear"
"Jesus in front of Caiaphas"
A pair of oil paintings on panel
17 x 12,7 cm
Si ringrazia il Professore Michele Danieli per aver collaborato all'attribuzione delle opere.
Pietro Sorri è un pittore di difficile lettura critica, in quanto ha avuto una produzione artistica autonoma nel contesto toscano del suo tempo. Egli è un artista che coglie suggerimenti nei vari luoghi dove ha operato: nel suo bagaglio culturale si ritrovano echi senesi, fiorentini, romani e veneziani. Sorri si forma a Firenze presso la bottega di Arcangelo Salimbeni, frequentata anche dal collega più anziano Alessandro Casolani. I tre, tra l’ottavo e il nono decennio, seguiti a breve da Francesco Vanni e Ventura Salimbeni, raggiungono Roma: Sorri ha così modo di conoscere sia Federico Zuccari che Domenico Cresti o Crespi, detto il Passignano, suo futuro suocero. Tra il 1582 e il 1587 Sorri segue Il Passignano a Venezia, dove aggiunge alla sua base toscana risultati simili a Tintoretto e Palma il Giovane, con una pittura a larghe campiture risolte con pennellate veloci e graffianti. In seguito rientra in Toscana operando a Lucca, per ripartire nel 1595 alla volta di Genova e in seguito della Lombardia. Dopo un lungo peregrinare rientra definitivamente nella sua regione operando tra Siena, Pistoia, Pisa, Firenze. La tesi attributiva è supportata da ampio materiale di confronto, ove traspare il medesimo stile d’esecuzione e la consuetudine di bozzettare in monocromia le sue opere preparatorie. Tra gli esempi fondamentali di comparazione vanno citati i vari bozzetti delle Gallerie Fiorentine del Pitti e Uffizi: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci”, “Presentazione della Vergine al Tempio” e “Madonna della cintola”, presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze “Adorazione dei Magi”, alla Pinacoteca Nazionale di Siena l’opera “Trinità e Santi”. Passando ai dipinti, paiono indiscutibili i confronti con “Il Purgatorio”, conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Parma, e l’affresco della Chiesa di San Sebastiano in Camollia “Flagellazione di San Sebastiano e per finire il dipinto “Martirio di San Lorenzo” conservato nella chiesa di Sant’Eugenio a Monastero dei Cassiniani nei pressi di Siena. A sancire la valenza artistica della coppia di opere, riportiamo le parole scritte da Laura Martini nel capitolo dedicato a Sorri nel catalogo della mostra “L’arte a Siena sotto i Medici 1555-1609”: “Infatti l’avvicinamento al linguaggio artistico veneziano si avverte anche nella produzione grafica e nei bozzetti, la parte più originale della sua attività, dove il pittore è più libero di esprimersi, rivela una vivacità di tocco con l’aria severa di certi dipinti"
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