LOT 106 MAESTRO CARAVAGGESCO DELLA SCUOLA DI UTRECHT
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MAESTRO CARAVAGGESCO DELLA SCUOLA DI UTRECHT
"Ritratto di filosofo"
Olio su tela 130x116 cm
La meravigliosa opera d’arte è conservata nell’attuale collezione come attribuita a Gerard van Honthrost (Utrecht 1590-1656) famoso in Italia
col pseudonimo di Gherardo delle Notti per le sue caratteristiche scene notturne o in interni bui. Una attenta analisi conferma
l’origine del dipinto in seno all’eterogeneo gruppo olandese di caravaggisti operanti nella citta di Utrecht. Il più insigne Maestro della compagine
è Hendrick Terbrugghen ( Aia 1588- Utrecht 1629) il quale è ritenuto l’anello di congiunzione tra Caravaggio e Veermer. Vissuto dieci anni in Italia (1604-1614)
opera nell’ambito del Saraceni. Le sue figure a mezzo busto s’avvicinano allo spettatore esaltando la potenza evocativa e la sua alta perizia tecnica.
Nelle sue opere l’illuminazione artificiale anziché esasperare la scena tende ad avvolgerla e donare un senso d'atmosfera sospesa e malinconica.
La produzione estrema del pittore vede un cambiamento stilistico con un arricchimento dei colori e una ricercata delicatezza tonale.
Gherardo delle Notti, per molti anni l’unico caravaggista nordico conosciuto, vive a Roma tra il 1609 e il 1620. S’impone al pubblico
con una serie di Natività in cui partendo dagli studi del Caravaggio, con destrezza pittorica ottiene spettacolari effetti notturni,
grazie ai quali è ricordato nel suo soprannome. Apprezzato dai Medici, oggi, molte sue opere sono conservate a Firenze. Nelle sue scene di genere,
invece, oltre al Caravaggio osserva anche il Gentileschi e grazie alla sua minuziosa tecnica unita ai colori vivaci, ottiene eteree espressioni cristalline.
Un artista sicuramente avvicinabile al nostro dipinto è Dirck van Baburen (Wijk bij Duurstede 1595 circa-Utrecht 1624), soprattutto confrontando
la nostra opera con il “Giovane che canta” del Museo di Francoforte, ove l’impaginazione è identica sebbene giocata in controparte.
Personalità seducente colpita da giovane morte il Maestro olandese dopo un breve triennio romano (1617-1620), tornato in Olanda,
ammorbidisce il suo chiaroscuro e aumenta la sua ricercata espressione. Dipinge figure singole o riunite per gioco o per esercitarsi in musica,
vestite con colori chiari scolpiti di luce viva. Altro pittore molto affine e pertinente con la nostra opera è Jan van Bijert ( Utrecht 1597 o 1598-1671).
Con suo temperamento eclettico, applica il suo caravaggismo framezzato da suggestioni colte dal Gentileschi, Gherardo delle Notti e dai bolognesi
incontrati a Roma negli anni venti del Seicento. Dipinge figure singole a mezzo busto o gruppi di persone, secondo i soggetti alla moda dell’epoca,
intenti a suonare, ad amoreggiare o in eleganti banchetti, nelle quali traspare una certa monumentalità. Per completezza, seppur non operanti in città,
vanno considerati parte del gruppo: J.G van Bronchorst, Matthias Stomer, David de Haen, Christian van Couwenbergh, Paulus Bor, W.P. Crabeth.
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